Le distorsioni della caviglia rappresentano l’evento traumatico più frequente che può colpire uno sportivo.
A seconda del tipo di sollecitazione vengono interessati separatamente, o in associazione, i vari compartimenti che costituiscono l’articolazione della caviglia.
Si tratta di lesioni generalmente sottostimate, per cui la loro osservazione avviene quando già la fase acuta è stata superata. Il paziente si rivolge allo specialista a causa della presenza di una instabilità cronica post-traumatica.
La lesione del compartimento laterale: quando avviene?
La lesione del compartimento laterale si verifica praticamente in tutti gli sport, specie in quelli di contatto, dove il movimento lesivo è determinato da fattori esterni ai quali l’atleta non ha il tempo di adattarsi. La sollecitazione biomeccanica è rappresentata dal piede in equino varo supinato (cioè quando il piede è piegato verso l’interno e il basso).
Il legamento più frequentemente interessato è il peroneo-astragalico anteriore, isolatamente, o in associazione ad altri (legamento peroneo-calcaneare e legamento peroneo-astragalico posteriore).
Le caratteristiche di una lesione del compartimento laterale
Da un punto di vista clinico una distorsione del compartimento laterale è caratterizzata da una tumefazione perimalleolare esterna. La tumefazione è dovuta alla lesione di un piccolo vaso arterioso contenuto nel legamento peroneo-astragalico anteriore.
Il primo sintomo che si percepisce dopo questa distorsione, a seconda dell’entità della lesione, è la difficoltà più o meno marcata a poggiare il piede al suolo, tanto da rendere necessario l’utilizzo di stampelle.
Gli elementi tipici che differenziano questa lesione sono:
- edema
- ecchimosi
- dolore
- difficoltà a eseguire semplici movimenti di flesso-estensione della caviglia fuori dal carico
- alla palpazione, si evidenzia un dolore nella sede dei legamenti interessati.
Come e quando effettuare una diagnosi medica
I test clinici per la valutazione della lassità articolare non possono essere eseguiti in una fase acuta della lesione. Questo perché il dolore e la relativa contrattura potrebbero impedire una corretta valutazione.
Alla diagnosi clinica si deve associare una valutazione strumentale. In prima istanza è bene effettuare una radiografia per escludere la concomitante presenza di fratture e una ecografia (da eseguire a 48 ore dal trauma) che permette di valutare la continuità delle strutture legamentose.
La TC (tomografia computerizzata) o la RMN (risonanza magnetica nucleare) si eseguono nei casi di sospetta frattura occulta o per valutare danni a carico dell’articolazione sottoastragalica.
I tipi di trattamento a seconda della lesione
I trattamenti conservativo o chirurgico dipendono dall’entità della lesione.
- Lesione di basso grado
Nelle lesioni di basso grado è sufficiente un breve periodo di riposo (carico protetto dall’uso di stampelle) con eventuale utilizzo di una cavigliera graduale e di terapia analgesica (ghiaccio e anti-infiammatori).
- Lesione legamento senza interruzione completa delle strutture
Nelle lesioni legamentosa senza interruzione completa delle strutture è opportuno un periodo di immobilizzazione iniziale con astensione completa dal carico per 10-15 giorni. Successivamente è utile l’impiego di una cavigliera rigida per limitare le sollecitazioni dei legamenti interessati.
- Lesioni di terzo grado
Nelle lesioni di terzo grado, invece, si è soliti effettuare un trattamento provvisorio con gesso o compressivo con benda elastica per 5-7 giorni per rivalutare a “freddo” il danno e stabilire, sulla base dell’eventuale presenza di lassità legamentosa, il più idoneo tipo di trattamento (chirurgico o conservativo) che dipenderà anche dal livello di attività del paziente.
A distanza dall’evento traumatico dovrà essere praticata una idonea ripresa riabilitativa specie per quanto riguarda la propriocezione.
La lesione del compartimento mediale: quando si verifica?
La lesione del compartimento mediale può interessare il solo strato superficiale (tibio-navicolare, il tibio-calcaneare ed tibio-astragaleo posteriore) o anche quello profondo.
Sono lesioni più rare che si verificano per movimenti di talo-pronazione e talo-eversione (cioè quando il piede si piega verso l’esterno). Spesso associate a lesioni della sottoastragalica e della pinza tibio-peroneale.
Questi traumi, spesso sottostimati, possono compromettere, se non correttamente trattati, non solo le attività sportive, ma anche le comuni attività quotidiane, specie se associate a instabilità della sottoastragalica.
Sintomatologia e diagnosi della lesione del comparto mediale
La sintomatologia e la clinica sono sovrapponibili a quelle descritte per il compartimento esterno, se non per la sede diversa e per il dolore che, generalmente, è minore.La diagnosi clinica viene ancora una volta supportata dalle indagini strumentali.
Il trattamento delle lesioni lievi è conservativo, quello delle lesioni gravi, chirurgico di ricostruzione capsulo-legamentosa o di immobilizzazione lunga con tutore che impedisce la rotazione esterna del piede per 30-45 giorni.
Quando è possibile riprendere l’attività sportiva?
La ripresa è generalmente molto più lenta rispetto ad analoga lesione del compartimento esterno e comporta una attenta riabilitazione del muscolo tibiale posteriore e dei muscoli flessori con tutore di sostegno per compartimento mediale e/o taping.
I tempi di ripresa vanno da qualche settimana per le lesioni lievi fino a 4 mesi per lesioni più gravi.
Meno frequenti sono le lesioni del compartimento posteriore, le lesioni del compartimento anteriore e le alterazioni della sindesmosi tibio-peroneale.
Ma per oggi mi sembra che possa bastare! Mi raccomando fai attenzione a come metti i piedi e se, a causa di un movimento sbagliato, accusi un dolore prolungato alla caviglia, rivolgiti a uno specialista.