La mitologia greca ci racconta del giovane Achille, l’audace guerriero le cui gesta legate alla Guerra di Troia sono narrate nell’Iliade di Omero. Achille, com’è noto, era vulnerabile in un solo punto: il tallone. E, infatti, con l’espressione “tallone d’Achille” ci riferiamo al punto debole che ognuno di noi ha.
Perché ti sto parlando di questo personaggio? Perché l’eroe ha dato il nome anche a una parte anatomica del corpo umano: il tendine di Achille, protagonista di questo articolo, nonché di uno degli infortuni più odiati dagli atleti (e non solo). Qualche anno fa – forse lo ricordi – il campione italiano di atletica leggera Andrew Howe non ha potuto partecipare ai campionati mondiali a causa di una rottura subtotale del tendine di Achille (“subtotale” vuol dire che la lesione interessa 2/3 della struttura tendinea).
La rottura del tendine di Achille, che può essere parziale o completa, è infatti un incidente in cui molti sportivi hanno avuto la sfortuna di incorrere. Per comprendere meglio cause e conseguenze di questa lesione, bisogna capire qual è il ruolo dell’achilleo (altro nome del tendine). Te ne parlo subito!
Cos’è il tendine di Achille
Il tendine di Achille è il tendine più grosso e robusto del corpo umano. È situato tra polpaccio e caviglia e lega i muscoli del polpaccio (il tricipite della sura, formato dai due muscoli gastrocnemi e dal muscolo soleo) al piede, inserendosi sul calcagno.
Perché il tendine di Achille è così importante? Perché è indispensabile per lo svolgimento del passo, quindi nella deambulazione, nella corsa e nel salto. Lo sa bene chi subisce questo infortunio. Ecco perché le conseguenze di una lesione del tendine d’Achille sono particolarmente invalidati, non solo per la vita sportiva.
I traumi sportivi, comunque, non sono l’unica causa della rottura del tendine di Achille…
Come avviene la rottura del tendine di Achille
Tra le cause della rottura del tendine d’Achille ci sono anche i piccoli traumi: per esempio, potrebbe capitare che, in seguito a una caduta, si appoggi male il piede provocando così la lesione.
Ci sono dei fattori di rischio? Sicuramente dobbiamo menzionare l’età avanzata. Sì, perché col passare del tempo anche il tendine d’Achille va incontro all’invecchiamento. Questo, associato a eventuali problemi metabolici – come il diabete, l’aumento di peso, il colesterolo alto –, può portare a un indebolimento progressivo che può degenerare fino alla rottura.
Ma cosa si avverte quando il tendine d’Achille si rompe?
Quali sono i sintomi della rottura del tendine di Achille
In seguito alla rottura del tendine d’Achille, molte persone:
- descrivono l’evento come “un colpo alla caviglia”;
- riferiscono di aver sentito uno schiocco e di aver avvertito dolore acuto nella zona del tendine e del polpaccio;
- hanno difficoltà nel camminare;
- riportano la comparsa di ematoma e gonfiore sulla caviglia;
- al tatto avvertono un affossamento sul retro della caviglia.
Il problema è che i sintomi possono essere presi sottogamba, perché tendono a diminuire con il passare delle ore, dolore compreso. Questo spesso porta a sottovalutare il trauma e a non rivolgersi subito al proprio medico o al pronto soccorso, col rischio (se non la certezza) di peggiorare la situazione.
Come lo specialista diagnostica una lesione al tendine d’Achille
La visita clinica, condotta con appositi test, darà all’ortopedico una serie di informazioni, che poi verranno approfondite tramite esami strumentali come l’ecografia e la risonanza magnetica. Va detto che questi esami possono essere utilizzati anche per individuare una situazione critica, come un’infiammazione del tendine di Achille, e prevenire quindi la rottura. Come? Correndo ai ripari con la fisioterapia e alcuni trattamenti che hanno l’obiettivo di favorire la rigenerazione del tessuto.
Certo, tutto sta nel riconoscere e, soprattutto, nel non sottovalutare i sintomi di una tendinite, che in questo caso possono includere:
- dolore lungo il tendine e al muscolo del polpaccio;
- rigidità mattutina;
- gonfiore locale;
- presenza di speroni ossei;
- ispessimento del tendine.
Il dolore e il gonfiore peggiorano con l’attività.
Tieni presente che all’origine della tendinite dell’achilleo ci possono essere diverse cause: da una parte i traumi o una situazione di infiammazione cronica, dall’altra il sovraccarico funzionale. E su quest’ultimo fattore puoi sicuramente fare prevenzione. Come? Facendo quanto meno attenzione a come svolgi l’attività fisica:
- usa scarpe adeguate e non logore;
- fai riscaldamento e allungamento muscolare prima di ogni allenamento o prova sportiva.
Quando, invece, la rottura è conclamata, quali sono i possibili approcci? Esiste la possibilità di un trattamento conservativo, che può prevedere l’immobilizzazione, oppure quella di intervenire chirurgicamente. Dipende da diversi fattori, come l’età e le necessità del paziente e, naturalmente, la gravità della lesione.
Vediamo di capire qualcosa di più sulla via chirurgica, che è di certo quella che genera maggiori dubbi, soprattutto per quel che riguarda il decorso postoperatorio.
Rottura del tendine di Achille: intervento e tempi di recupero
In caso di rottura del tendine di Achille spesso l’ortopedico consiglia di ricorrere a un intervento chirurgico di riparazione, tramite il quale si ripristina la lunghezza e la funzionalità del tendine. Ci sono diverse tecniche, a seconda del caso, e ognuna ha un suo specifico decorso postoperatorio.
Nelle lesioni più gravi, l’intervento si esegue a cielo aperto e c’è un periodo di immobilizzazione con tutore walker di circa 40 giorni, a cui segue la riabilitazione graduale. In linea generale, il tempo di recupero totale – dopo il quale si può tornare allo sport – è di circa 6 mesi dall’intervento. Sì, bisogna armarsi di pazienza, perché il percorso è lungo. Ma se seguirai le indicazioni dello specialista, il tuo tendine tornerà come nuovo.
Dove possibile, si prediligono tecniche mini-invasive, che hanno il vantaggio di abbreviare i tempi di recupero. Spesso, infatti, evitano il periodo di immobilizzazione e consentono di iniziare il trattamento riabilitativo già durante la settimana successiva all’intervento. Se le cose procedono nel verso giusto, è possibile tornare alle normali attività già dal terzo mese, ma per lo sport bisogna essere più prudenti e attendere circa 4 mesi.
In ogni caso, l’obiettivo dell’intervento per ricostruire il tendine di Achille è quello di ristabilire la piena funzionalità della caviglia.
Spero che in questo approfondimento tu abbia trovato le informazioni che stavi cercando. Ma ricorda che, in caso di sospetta lesione dell’achilleo, è bene rivolgerti subito al tuo medico. È un consiglio che darei persino al “pelìde Achille”!