Con l’avvento di Facebook, il pollice in su è diventato una vera e propria icona del nostro tempo (a proposito anche io ho una pagina Facebook, lo sapevi?).
Nella quotidianità, però, il pollice non serve solo a esprimere il nostro consenso: lo utilizziamo così tanto che, senza rendercene conto, lo esponiamo spesso al rischio di lesioni, soprattutto quando si trova in posizione estesa. Una delle lesioni più comuni è il cosiddetto “pollice dello sciatore” ossia la rottura del legamento collaterale ulnare.
In questo articolo vedremo quali sono le possibili cause e i sintomi, oltre ad approfondire il tema del recupero. Come faccio spesso, vorrei prima fare una veloce panoramica dell’anatomia del pollice, che ti aiuterà a capire di più sulla lesione in questione.
Ripassiamo l’anatomia del pollice
Per prima cosa, ricordiamo che lo scheletro della mano è composto da 3 gruppi di ossa: quelle del carpo, quelle metacarpali e le falangi. Nel pollice si trovano ben tre articolazioni:
- interfalangea, ovvero l’articolazione tra le sue due falangi;
- basale o metacarpo-falangea, ossia l’articolazione tra il primo osso metacarpale e la falange prossimale del pollice, che permette movimenti di flesso-estensione e rotazione;
- sellare o carpo-metacarpale, l’articolazione tra la testa del primo osso metacarpale e il trapezio (una delle 8 ossa del carpo); è quella che conferisce al pollice maggiore mobilità rispetto alle altre dita della mano.
Soffermiamoci sull’articolazione basale. La sua stabilità è opera della capsula articolare, una struttura fibrosa, dei muscoli intrinseci del pollice (quelli della cosiddetta eminenza tenar) e di due legamenti, detti collaterale radiale e collaterale ulnare.
Il legamento collaterale ulnare (in sigla LCU) nasce dalla testa dell’osso metacarpale e si inserisce sulla base della falange prossimale. È lui il protagonista del nostro approfondimento. Andiamo a scoprire da cosa è causata la sua rottura.
Le cause e i sintomi del pollice dello sciatore
La lesione del legamento collaterale ulnare (o lesione di Stener) è chiamata pollice dello sciatore perché le cadute con gli sci causano spesso questa rottura: durante la caduta, infatti, capita che il bastone da sci faccia leva sulla parte interna del pollice, che si piega provocando la rottura del legamento. Ma lo sci non è l’unica attività sportiva che può causare la lesione dell’LCU. Anche i portieri, per esempio, sono soggetti a rischio, tant’è che si parla di “pollice del portiere”.
In generale, la lesione si verifica quando, durante una caduta, istintivamente facciamo fare al pollice un movimento detto di iperabduzione, ossia lo portiamo in modo repentino verso l’esterno. Questa sollecitazione improvvisa causa la rottura del legamento. La maggior parte delle volte, la lesione avviene alla base della falange prossimale del pollice, ma non mancano casi in cui il legamento si lesiona nella sua area di origine (la testa dell’osso metacarpale) o nel suo tratto intermedio.
Questi sono i sintomi:
- dolore al livello dell’articolazione metacarpo-falangea;
- gonfiore al di sopra dell’articolazione;
- apertura abnorme dell’articolazione;
- forza ridotta e difficoltà nel prendere oggetti.
È davvero importante non sottovalutare questi sintomi, poiché se non trattata, o se trattata in ritardo, la lesione può cronicizzare e compromettere seriamente la funzionalità e la stabilità dell’articolazione. La conseguenza? Un importante deficit nella presa. La diagnosi viene fatta per lo più con la visita clinica, che può essere accompagnata da esami strumentali come la radiografia e l’ecografia.
E una volta accertata la presenza della lesione?
Pollice dello sciatore: l’intervento e il post-operatorio
È raro che di fronte a questo tipo di lesione si scelga un trattamento di tipo conservativo; nella maggior parte dei casi è necessario procedere con la riparazione del legamento attraverso l’intervento chirurgico. Con l’operazione si andrà a suturare o a riposizionare il legamento sull’osso, a seconda della natura della lesione.
Dopo l’operazione, il pollice viene immobilizzato attraverso un apposito tutore per circa 3-4 settimane. Già durante questo periodo vengono indicati esercizi di mobilizzazione del pollice. La fisioterapia, poi, aiuterà a recuperare i normali movimenti dell’articolazione. Può essere utile indossare un tutore per altre 2 o 3 settimane per proteggersi da movimenti inconsulti.
Per 2-3 mesi è preferibile evitare di mettere sotto sforzo il pollice, tuttavia chi pratica attività agonistiche può ricominciare quasi subito ad allenarsi, utilizzando però un tutore.
Mi raccomando, segui sempre le indicazioni dello specialista. Sii paziente e il tuo pollice tornerà… OK!