Oggi voglio prendere in esame una patologia degenerativa che si manifesta a partire dal dolore alla pianta del piede e che, poi, si irradia alle dita: la sensazione è quella di percepire qualcosa che si muove o rimane incastrato tra le dita.
Sto parlando del “Neuroma di Morton”, anche conosciuto come Metatarsalgia di Morton.
Un breve ripasso sull’anatomia ossea del piede
Per iniziare a conoscere meglio questa patologia degenerativa, partiamo con un breve ripasso sull’anatomia ossea del piede.
Il piede è composto dalle ossa tarsali, dalle ossa metatarsali e dalle falangi. Le ossa tarsali sono 7 e compongono il tarso. Questo si articola “in alto” con le ossa della gamba (tibia e perone), formando l’articolazione della caviglia, “in basso” con le ossa metatarsali, che sono 5 ossa lunghe disposte parallelamente l’una all’altra, alla cui estremità si articolano le falangi.
Queste ultime sono 14 ossa e costituiscono le dita del piede.
Ogni dito è formato da 3 falangi, tranne l’alluce che ne possiede 2.
Cos’è il neuroma di Morton?
Questa patologia degenerativa, conosciuta come neuroma di Morton, è dovuta a una compressione dei nervi sensitivi interdigitali del piede che affiancano le ossa metatarsali.
Il termine neuroma fa pensare immediatamente a un tumore, invece si tratta di una fibrosi a carico del tessuto che circonda il nervo sensitivo interdigitale interessato.
Il nervo maggiormente colpito è quello posto tra il terzo e il quarto metatarso, meno comunemente viene coinvolto il nervo posto tra il secondo e il terzo metatarso e, ancor più raramente, tra primo e secondo metatarso e quarto e quinto metatarso.
I soggetti maggiormente colpiti da questa patologia sono donne tra i 40 e i 50 anni, anche se può insorgere a qualsiasi età.
Quali sono le principali cause del neuroma di Morton?
Le cause possono essere diverse, l’ipotesi maggiormente condivisa sostiene che la fibrosi derivi da uno stress meccanico, una sorta di sfregamento, a carico di un nervo interdigitale e delle ossa metatarsali ai suoi lati. Questo continuo sfregamento determina la formazione, attorno al nervo, di un tessuto cicatriziale (fibrosi), che comprime il nervo stesso, provocando intenso dolore.
Perché le donne sono più colpite? Per il tipo di calzature che più frequentemente indossano! Le scarpe con il tacco.
Una eccessiva iperestensione dell’articolazione metatarsofalangea provoca la flessione plantare della testa dei metatarsi, questo espone il nervo a una maggiore probabilità di traumi. Le scarpe con il tacco alto obbligano le articolazioni metatarsofalangee a un atteggiamento di iperestensione, questo potrebbe spiegare la maggiore incidenza della patologia nelle donne.
Altre condizioni favorenti la patologia potrebbero essere:
- le scarpe eccessivamente strette,
- traumi o sollecitazioni ripetitive, dovute alla pratica di sport come la corsa o la danza,
- deformità dei piedi, come i piedi piatti o le dita a martello.
Quale è la sintomatologia di questa particolare fibrosi?
I sintomi del neuroma di Morton sono comunemente:
- dolore
- bruciore
- formicolio
- sensazione di intorpidimento
Il neuroma solitamente produce sintomi quando raggiunge un diametro di circa 4 mm.
Il dolore si localizza all’avampiede, in sede plantare, e alle dita. Possono essere percepite delle disestesie (allucinazioni tattili) che ricordano la sensazione di camminare su una pallina o su qualcosa dalla superficie rugosa, irregolare.
I sintomi solitamente si aggravano con:
- l’attività,
- l’aumento del peso,
- la stazione eretta prolungata,
- l’uso di calzature strette e a tacco alto,
mentre diminuiscono a riposo, togliendo le scarpe e massaggiando il piede.
Cosa vede il medico?
L’esame obiettivo di solito rivela un rigonfiamento tra le dita. Il dolore, con irradiazione alle dita del piede, può essere aumentato dalla palpazione dello spazio tra i metatarsi. Un test clinico che aiuta la diagnosi è il “segno di Mulder” che appunto consiste nella compressione della zona interessata, provocando intenso dolore. Per confermare la diagnosi si può eseguire una iniezione di un anestetico locale chiamato lidocaina in corrispondenza del dolore, che dovrebbe portare un sollievo immediato.
Quali accertamenti possono essere richiesti?
Sebbene l’esame clinico sia spesso sufficiente, per maggiore sicurezza il medico può richiedere:
- radiografie sotto carico (in piedi): per escludere microfratture. Il neuroma non è visibile nelle radiografie;
- ecografia: se presente può descrivere accuratamente il neuroma, esclude capsuliti o borsiti e ha il vantaggio di individuare la zona dove iniettare i farmaci terapeutici;
- risonanza magnetica: in caso di approfondimento per le presentazioni atipiche e per una più precisa definizione delle dimensioni e della localizzazione.
Come si cura?
Il medico può prescrivere dei plantari morbidi da utilizzare con calzature comode in modo da diminuire la compressione della zona dove si è formata la fibrosi e cercare di aumentare la spazio tra le ossa metatarsali.
Inoltre è molto utile la fisioterapia con esercizi di stretching (allungamento muscolare), mirati alla riduzione della compressione del piede.
Qualora questi accorgimenti non dovessero essere sufficienti si possono praticare delle infiltrazioni di cortisone.
Se la terapia conservativa fallisce e il dolore è insopportabile, limitando notevolmente le attività di vita quotidiana, in pazienti attentamente selezionati si deve considerare l’intervento chirurgico.
Dopo l’intervento sarà necessario l’utilizzo di scarpe apposite per 3 settimane. Dopo questo periodo si potrà tornare alla normalità!