Nello scorso articolo ti ho parlato dell’ipercifosi astenica, oggi voglio prendere in considerazione un’altra patologia della schiena: l’ipercifosi ostecondrosica. Questo strano nome sta ad indicare un’accentuazione della normale curvatura del tratto dorsale della colonna vertebrale.
Andiamo a scoprire insieme di cosa si tratta più nel dettaglio.
Un breve ripasso sulla colonna vertebrale:
Come ti ho già detto nel precedente articolo, la colonna vertebrale se guardata lateralmente presenta quattro curve:
- due cifosi,
- due lordosi,
che caratterizzano i segmenti che la costituiscono.
Esistono due tipi di cifosi: quelle strutturate e quelle funzionali.
Un’ipercifosi strutturata è causata da un’alterazione non correggibile, se non con metodiche chirurgiche, della colonna che coinvolge le strutture anatomiche quali vertebre e legamenti.
Anche se questa deformazione della colonna vertebrale non si può correggere, può essere controllata, limitandone l’evoluzione.
Mentre l’ipercifosi funzionale è correggibile con un approccio meno aggressivo e basato principalmente sull’esercizio fisico e l’utilizzo di tutori.
Un tipo di ipercifosi strutturata: l’ipercifosi osteocondrosica!
Una delle ipercifosi strutturate è l’ipercifosi osteocondrosica ovvero la “Malattia di Scheuermann”; questa patologia coinvolge le cartilagini di accrescimento delle vertebre e colpisce i soggetti nell’età dello sviluppo (prevalentemente maschi di età 10-12 anni), con un’incidenza compresa fra l’1% e l’8%.
Ancora non sono ben chiare l’eziologia e la patogenesi di questa malattia ma si ipotizza siano coinvolti i meccanismi di formazione delle cartilagini di accrescimento delle vertebre (altri tipi di osteocondrosi coinvolgono altri segmenti ossei in maniera simile prendendo nomi differenti), con conseguenti difetti di accrescimento e, di conseguenza, dello sviluppo dell’intero rachide.
I sintomi principali della “Malattia di Scheuermann” e la sua diagnosi
La malattia si presenta in età adolescenziale con dolore spontaneo e progressiva comparsa del gibbo (“gobba”). Raramente compaiono segni di sofferenza neurologica periferica quali formicolii o deficit di forza.
La diagnosi di questa patologia viene posta sia dal pediatra che dallo specialista ortopedico a seguito di un’accurata visita e controllo radiografico della colonna.
Il paziente alla visita mostra il classico gibbo accompagnato da dolore; il medico proverà a far iperestendere la colonna senza successo (questo distingue le ipercifosi strutturate da quelle funzionali), farà flettere in avanti la schiena per escludere altre alterazioni quale la scoliosi.
La sola visita specialistica non è sufficiente a confermare la diagnosi, che si ha solo dopo una radiografia della colonna, che mostra una deformazione a cuneo di almeno tre vertebre contigue:
- deformità delle limitanti superiore;
- deformità delle limitanti inferiore;
- riduzione degli spazi intervertebrali.
La patologia è evolutiva fino a che il paziente attraversa l’età dello sviluppo, interrompendosi con il termine della crescita.
Se “la Malattia di Scheuermann” viene diagnosticata precocemente se ne può limitare l’evoluzione sfavorevole ma non si possono risolvere le deformazioni vertebrali evidenziate radiograficamente.
Ai primi sintomi di dolore spontaneo e curvatura sospetta della colonna, consiglio ai genitori di contattare il pediatra o uno specialista ortopedico (possibilmente che si occupino di patologie dell’accrescimento) in modo da agire tempestivamente.
Diverse forme di ipercifosi osteocondrosica!
Si possono avere forme lievi e forme più gravi di questo tipo di ipercifosi. Ecco come comportarsi in queste situazioni:
- per le forme più leggere, il trattamento consiste nell’applicazione di corsetti posturali, da portare un numero di ore al giorno stabilito di caso in caso, per limitare l’evoluzione del gibbo, fino al termine dell’accrescimento, quando si interrompe l’evoluzione naturale della patologia.
L’interruzione e la limitazione dell’evoluzione non significa che venga corretto il difetto strutturale della vertebra ma se ne limita soltanto l’evoluzione; - per le forme più gravi (se non si ricorre alle cure specialistiche precocemente) il semplice corsetto potrebbe non essere sufficiente. Se il gibbo è pronunciato e viene riscontrata, tramite l’esame radiografico, un’importante cuneizzazione delle vertebre bisognerà ricorrere a corsetti su misura creati sul paziente, come ad esempio corsetti in gesso da tenere 24h al giorno, per provare a correggere qualche grado (anche in questo caso le vertebre a cuneo non tornano come prima, ma si limita l’evoluzione). Una volta ottenuto un risultato accettabile si può passare ai corsetti morbidi;
- per i casi avanzati è necessario il trattamento chirurgico che si esegue al termine della fase di accrescimento del paziente, ovvero quando la patologia non ha più possibilità di evolvere. In questo caso i danni non sono solo estetici ma anche funzionali, come problemi respiratori o deficit neurologici periferici. Il trattamento di questi casi consiste nel posizionare delle barre metalliche e viti con la colonna alla massima estensione possibile, modificando quella che è la struttura posteriore delle vertebre per ottenere risultati soddisfacenti.
Come comportarsi per la rieducazione posturale?
Una menzione particolare merita la rieducazione posturale (fisioterapia). Nelle cifosi strutturate purtroppo non ha la funzione di correggere il problema, ma ha principalmente quella di rieducare i gruppi muscolari ad un’attività più corretta.
Anche in queste cifosi, come in quelle funzionali, abbiamo una ipotrofia dei muscoli paravertebrali, ma nel caso dell’ipercifosi osteocondrosica non possiamo parlare di potenziamento della muscolatura, bensì di vera e propria rieducazione, ovvero il paziente deve riprendere il controllo di quei muscoli in modo da fare sì che possano “riattivarsi” e partecipare sinergicamente al recupero funzionale.
Ti è sembrato interessante questo articolo? Mi raccomando non sottovalutare un problema di postura ma rivolgiti ad uno specialista!