Problemi del polso. Dalle tenosinoviti alle distorsioni
“Ha polso” siamo soliti dire di qualcuno che si dimostra energico e risoluto in qualsiasi situazione. Ma anche le persone di polso possono ritrovarsi con l’avere a che fare con un problema… al polso.
In questo articolo, che, come avrai intuito, è dedicato all’articolazione del polso, troverai informazioni su alcuni dei disturbi più frequenti che riguardano quest’area anatomica.
In particolare, ti parlerò di tenosinovite, ossia un’infiammazione dei tendini e della guaina che li ricopre, e di distorsioni.
Prima, però, vediamo di conoscere meglio la struttura del polso. Non temere, non ho intenzione di propinarti una complicata lezione di anatomia. Solo poche e chiare informazioni per capire com’è fatta questa parte del nostro corpo.
Com’è fatto il polso
L’articolazione del polso unisce le estremità inferiori delle due ossa dell’avambraccio, ulna e radio, al primo ordine delle ossa del carpo (che è composto da 8 ossa brevi, divise su due file), dette scafoide, semilunare, piramidale e pisiforme.
Insomma… è coinvolto un bel numero di ossa. Proprio per questo c’è bisogno di un apparato di sostegno che dia stabilità. Questo ruolo è affidato ai legamenti e ai muscoli flessori ed estensori dell’avambraccio.
Passiamo subito a indagare la natura della tenosinovite.
La tenosinovite del polso: cos’è e come si affronta
Una delle patologie a cui il polso è più soggetto è l’infiammazione dei tendini e delle guaine sinoviali, che rivestono i tendini e hanno il compito di proteggerli. Ma da cosa è scatenata questa infiammazione?
La causa primaria è la ripetizione prolungata nel tempo di uno stesso movimento manuale, come accade in molte professioni.
Cosa si avverte quando c’è in atto una tenosinovite? In linea generale, dolore al movimento e, in alcuni casi, perdita di forza.
La tenosinovite può colpire vari tendini dell’area del polso, ma la forma più frequente chiama in causa il tendine dell’estensore breve o dell’abduttore lungo del pollice e la guaina tendinea che li ricopre. In questo caso parliamo di sindrome o morbo di De Quervain, detto anche mal di mouse.
La sindrome di De Quervain
Il perché la malattia di De Quervain sia chiamata anche mal di mouse è presto detto: la patologia, diffusa per lo più tra le donne, è causata, oltre che da una predisposizione individuale, dalla continua ripetizione dei movimenti di flesso-estensione del pollice, tipica di chi lavora quotidianamente al computer e ha a che fare tutto il dì con mouse e tastiera.
Altra categoria di persone soggetta alla tenosinovite di De Quervain è quella delle donne in gravidanza, a causa di un fisiologico aumento della ritenzione di liquidi che irrita la guaina tendinea. Anche l’allattamento porta le neomamme a ripetere alcuni gesti che mettono sotto carico i tendini e le guaine, provocando a lungo andare l’infiammazione. È per questo che in passato la patologia era nota anche come malattia delle balie.
Teniamo presente, inoltre, che il problema può insorgere anche per via di sovraccarichi funzionali improvvisi o in seguito apatologie reumatiche.
I sintomi del morbo di De Quervain sono abbastanza chiari, tanto che, nella maggior parte dei casi, basta la sola visita per diagnosticarlo (ed eventualmente si procede con l’esame ecografico). Il polso colpito può presentare tutti questi segni o solo alcuni:
- dolore spontaneo (o in seguito a movimenti e sforzi) al polso con eventuale irradiamento verso l’avambraccio e il pollice;
- gonfiore;
- dolore alla palpazione;
- estensione del pollice dolorosa;
- crepitio.
Cosa si fa in caso di tenosinovite di De Quervain? Gli approcci possono prevedere:
- Crioterapia
- FANS topici
- Fisioterapia
- Infiltrazioni
- Tutore polso-pollice.
Se queste cose non portano alla risoluzione del problema, si ricorre alla chirurgia, con un intervento che ha lo scopo di liberare i tendini.
Ricorda: è molto molto importante non trascurare la tenosinovite, se si vuole evitare l’insorgenza di altri problemi, come la rizartrosi, un tipo di artrosi che colpisce la base del pollice.
Ed ecco due piccoli consigli di postura per chi lavora al computer:
1. posa gli avambracci sulla scrivania e lavora con i polsi allineati rispetto agli avambracci;
2. munisciti di mouse ergonomico.
Adesso vediamo, invece, come ci si approccia a una distorsione del polso.
Come comportarsi in caso di distorsione del polso
Durante una caduta, la prima cosa che facciamo per ripararci è usare le mani per attutire l’impatto al suolo. In questa situazione, il polso può flettersi in modo eccessivo, e ciò può dar vita a una distorsione, che provoca:
- dolore
- gonfiore
- arrossamento.
La prima cosa da fare se temiamo di aver subito una distorsione è immobilizzare il polso e applicare subito del ghiaccio.
Esami di approfondimento, come una radiografia, riveleranno il grado di gravità della lesione. In caso di lieve distorsione, basteranno un po’ di riposo e sostegno, e verrà quindi effettuato un bendaggio oppure verrà consigliato l’uso di un tutore.
Quando il dolore e il gonfiore saranno passati, si procederà con una graduale riabilitazione.
Consigli per evitare le distorsioni? Occhi aperti! E per coloro (soprattutto gli sportivi) che già sanno di avere un’articolazione del polso non proprio di ferro, suggerisco l’utilizzo durante le attività di una polsiera.