Un trauma, a seguito di una brutta caduta o di un incidente automobilistico, oppure, in età avanzata, un’osteoporosi importante che porta a una demineralizzazione ossea. Queste sono le principali cause della frattura delle costole.
Il sintomo di una frattura alle costole è inconfondibile: si avverte un intenso dolore, che diventa più acuto durante l’inspirazione o in seguito a movimenti di rotazione del torace oppure quando ci si piega in avanti.
Eccoti qualche indicazione utile.
Cosa non fare e cosa fare
Credo sia importante dirti prima di tutto cosa non devi fare al momento del trauma (e tantomeno in fase di convalescenza):
- provare a bendare la parte;
- fare sforzi e sollevare pesi;
- sottovalutare il trauma, soprattutto se sei abituato a fare attività fisica. Lo dico soprattutto agli sportivi che tendono a ripetersi “È solo un doloretto!”.
La prima cosa da fare, invece, è andare dal tuo medico o al pronto soccorso. Prendere iniziative senza consultare un dottore potrebbe peggiorare la situazione!
Come si diagnostica la frattura delle costole?
Con l’esame clinico obiettivo del torace si va alla ricerca di segni come ecchimosi (ossia lividi) e deformità. Si controlla anche la respirazione e si valutano dolore e crepitii alla palpazione e durante alcuni movimenti.
Per definire l’entità della frattura, è necessaria una radiografia. Attraverso questo esame lo specialista potrà capire in quale punto è situata la frattura se:
- la costa è rotta in più punti;
- ci sono più costole fratturate;
- la frattura è composta o scomposta;
- c’è una lesione o un rischio per gli organi dell’area addominale (nel caso di frattura delle ultime coste) o toracica, per esempio a carico della pleura, la membrana che avvolge i polmoni.
A volte, l’esame radiografico non mette subito in evidenza la frattura. In questi casi, può essere richiesto al paziente di trascorrere alcuni giorni senza fare sforzi e, se il dolore non passa, ripetere la radiografia.
Qual è l’approccio in caso di rottura delle costole
A differenza di quando ci si frattura un arto, la frattura delle costole non può essere trattata con l’ingessatura o comunque con l’immobilizzazione.
Naturalmente, l’approccio terapeutico varia a seconda della tipologia di frattura e delle conseguenze che questa comporta. Ho già accennato al fatto che la rottura delle ultime costole può provocare danni agli organi intra-addominali. Quella delle prime due costole (le più alte della gabbia toracica) può invece portare lesioni cardiopolmonari o vascolari. Per fortuna, questo tipo di frattura è meno comune rispetto a quella delle costole centrali della gabbia toracica.
Qui di seguito, ti spiego come si affrontano le fratture composte e senza complicanze, quelle che di solito guariscono senza troppi problemi, se non qualche fastidio.
In caso di frattura composta della costola, la cosa fondamentale è osservare un periodo di riposo (di circa 3 settimane) per permettere alle costole di calcificarsi. È molto importante non prendere sottogamba questa richiesta da parte dello specialista. Solo così, infatti, il processo di guarigione farà il suo corso senza intoppi e si potrà tornare alla normalità quanto prima. Insomma, bisogna aver pazienza! Nel frattempo, per ridurre il dolore potrebbero essere prescritti degli analgesici. Nei primissimi giorni, dietro consiglio medico, potrebbe essere consigliato l’uso di una cintura toracica.
A questo periodo, seguiranno dapprima la fisioterapia per ripristinare la normale mobilità e poi esercizi mirati a rinforzare la muscolatura intercostale. In quest’ultima fase, l’indicazione è quella di fermarsi nel momento in cui si avverte dolore. Non ignorare mai i segnali del tuo corpo!
Altra indicazione utile: non fumare durante il periodo di convalescenza. Anzi, giacché ci sei, approfitta per smettere del tutto!
Mi raccomando, se hai subito un trauma alle costolesei qui perché e senti dolore, non aspettare oltre: vai subito dal tuo medico o al pronto soccorso. Potrebbe trattarsi anche solo di una costola incrinata e non fratturata (sì, sono due cose diverse), ma solo una visita, seguita da eventuali esami di approfondimento, potrà far luce sulla situazione.